Aricpelago di Procida: Isola di Vivara

Un ponte tibetano separa l'Isola di Procida dalla vicina Isola di Vivara originatasi a seguito di una eruzione vulcanica, ed oggi testimone di ciò che resta di un cratere circolare, esattamente rappresenta il settore occidentale dell'antico vulcano delimitato dalla collinetta di Santa Margherita, dall'istmo che collega le due isole, e da Vivara stessa; il bacino formatosi tra le due isole procidane prende il nome di Golfo di Genito.
La straordinarietà del suo paesaggio naturalistico e del suo patrimonio storico-archeologico l'ha resa famosa in tutto il mondo, ma soprattutto le ha permesso di diventare Riserva Statale Protetta ai sensi del D.M. 24.06.02.

Vivara non poteva non essere il toponimo più adatto per indicare questa splendida terra, non a caso deriva dal latino "vivarium" che significa vivaio, un polmone floreale ed habitat ideale per molte specie di animali.
Il territorio isolano con una superficie di circa 0.4 Kmq è stato oggetto di numerose vicissitudini, una delle quali dettata dal desiderio di fare di questa terra una meta turistica alla stregua dell'attività cementificia dell'uomo, ed arresasi difronte alle associazioni naturalistiche.
Un'unica opera venne realizzata a Vivara, vale a dire la scala di accesso per accogliere degnamente la Principessa Maria Josè, moglie di Re Umberto di Savoia, cui si affiancò nel 1957 il ponte, costruito dall'Acquedotto Campano, con uno scopo ben preciso, portare l'acqua dalla terraferma all'Isola di Ischia. In effetti, la struttura di collegamento è attraversata al suo interno da tubi che in conformità al principio fisico dei vasi comunicanti mantengono costante il flusso d'acqua.
Nella storia di Vivara si ricordi altresì il noto lascito testamentario del dott. Scotto La Chianca all'Ente Morale Albano Francescano (Ospedale Civile di Procida), nel quale era sancito il passaggio di proprietà del territorio isolano.
Degni di nota i ritrovamenti archeologici dell'Età del Bronzo ((fine XVIII e inizi XVII a.C.) e micenea, riportati alla luce dall'archeologo Buchner, grazie ai quali Vivara è divenuta meta privilegiata da archeologi provenienti da ogni parte del mondo. I siti esplorati sono ubicati presso Punta Capitello, Punta Mezzogiorno, e Punta d'Alaca. Dai reperti si desume che Vivara è stata un tempo polo di lavorazione di metalli, di manufatti pregiati e di scalo per i traffici marittimi del commercio.
All'intensa attività produttiva, cui si ricollegava naturalmente un forte attaccamento degli abitanti dell'isola per il territorio, almeno sino al XVI secolo a.C., ha preso il posto il deserto, e la malinconia.
Sull’isola disabitata vi è un solo edificio conosciuto come la Casa di Caccia, per via dell'omonimo impiego, costruito nel 1861 su commissione del duca de Guevara, e successivamente utilizzato dai regnanti Borbone.
L'ENTE GESTORE DELLA RISERVA STATALE ISOLA DI VIVARA, si preoccupa di tutelare questo meraviglioso patrimonio naturalistico popolato da meravigliose specie floristiche della macchia mediterranea, tra cui il Corbezzolo, l'Arisaro, il Narciso, l'Erica, l'Olivo, l'Alterno, la Ginestra spinosa, la Ferula, la Fillirea, l'Euforbia, il Lentisco, la Borraggine, la Ginestra delle scogliere, l’Elicriso, la Violaciocca, la Ginestra comune, le Orchidee, il Mirto, ed il Finocchio di mare.
Abitano l'isola il coniglio Oryctolagus cuniculus, la Libellula, la tarantola Tarentola mauritanica, e circa duecento specie di uccelli, tra cui citiamo il Gabbiano Reale, il Pigliamosche Muscicapa striata, l'Assiolo, Otus scops, il Gheppio, l'Airone cenerino Ardea cinerea, la Cicogna nera, il Falco pecchiaiolo, il Nibbio bruno, il Nibbio reale, il Falco di palude, la Poiana, l'Upupa, e molte altre.
Suggestivi anche i fondali intorno all’isolotto ricchi di Poseidonia, e caratteristiche specie floristiche come l'Ombrellino di mare, la Lattuga di mare, il Nastro a forcelle, la Coda di pavone, e l'Asparago marino. Abitano il mare moltissime specie faunistiche, di cui citiamo la Spugna nera, la Vespa di mare, il Pomodoro di mare, l’Anemone di mare, la Madrepora arancione, il Falso corallo, ed il Tonno.
L'isola di Vivara è raggiungibile da Marina Chiaiolella, in Autobus EAVBUS linea L1, in Taxi e Microtaxi con fermata a Santa Margherita, oppure a piedi attraversando un preciso itinerario.